IL TRAM SI E' FERMATO

  Come previsto a Giuseppe Di Vittorio, ossia alla rotonda di Capodichino il tram si è fermato. Cinque di quelli che l’avevano aiutato a partire da piazza Cirillo, sono scesi. Il manovratore minaccia di andarsene e prima di prendere la decisione definitiva si prende una pausa di riflessione. Venti giorni. E’ la  solita partita a poker in cui c’è sempre qualcuno che bluffa? Oppure i cinque credono di avere in mano la combinazione che fa vincere il piatto? Non c’è nessuno che fa cip? Il piatto piange e nel piatto ci sono i soldi della collettività. Ho un’età in cui le illusioni cadono col passar degli anni. Avevo capito da lungo tempo che in politica non contano le idee, le buone intenzioni, lo spirito di servizio. La politica, quella italiana in particolare, si risolve sempre in un rapporto di forza non solo tra maggioranza ed opposizione ma anche all’interno delle stesse coalizioni. I programmi e gli impegni presi con gli elettori passano in seconda linea. Anzi sono  spesso il pretesto per giustificare salti quagliferi, ribellioni o per chiedere più potere in nome del popolo. I cinque rappresentano quasi il 30% della raffazzonata maggioranza. Spettano loro 3 assessori su 10. E poiché sono determinanti, anche uno 0,5 in più, se del caso. Il conto è semplice.   Il risultato è la paralisi amministrativa. Si credeva che con la riforma dell’elezione diretta del sindaco, potendosi egli scegliere in tutta libertà i suoi collaboratori, si sarebbero evitate le frequenti ed endemiche crisi del passato in cui i reucci vivevano l’espace d’un matin. Quelli che erano e sono i collaboratori del manovratore di turno salgono e scendono a piacimento dal tram come sempre, lasciando in panne non solo il tram ma anche i viaggiatori. Nel frattempo Via Boccaccio, Via Giolitti, Via Etna con gli svincoli sulla bretella Arzano-Frattamaggiore, la consegna al Comune dei suoli espropriati dall’IACP 30 anni fa, la messa in opera di spazi ludici in Via Cimarosa, Via Garibaldi e Via Bissolati, l’acquisto dell’area demaniale in via Boccaccio di circa 35.000 mq da sottrarre all’ennesima colata di cemento, il PRU, le due isole ecologiche, la scuola San Mauro, i provvedimenti da prendere da parte del Comune in vista della costruzione dell’asse di collegamento tra l’aeroporto con le autostrade, varco di Via Piccirillo, i tronchi morti che dovevano collegare Via Calvanese con Via Petrarca, la delocalizzazione degli impianti carburanti costruiti su suolo pubblico, URP, INTRANET, trasferimento del poliambulatorio e chi più ne ha più ne metta, possono aspettare. Non è vero che anche se cambia il direttore la musica è sempre la stessa. E’ vero invece che  i  direttori si ritrovano sempre con la stessa l’orchestra.

Giuseppe Navarra