I cittadini non possono vedere cosa succede in Consiglio Comunale

Prima di presentarmi voglio fare una premessa: ciò che segue non è una valutazione di tipo politico. Io sono Raffaele Zanfardino, corrispondente per il quotidiano “Cronache di Napoli”, e assisto, facendo il resoconto, ai vari consigli comunali che si tengono in città. Nel consiglio di giovedì 17 dicembre per motivi personali non ero presente ma mi hanno riferito che a un cittadino è stato impedito di scattare foto durante l’assise civica, nonostante fosse a porte aperte. Stessa sorte è capitata a me, ai miei colleghi e ai cittadini presenti nel consiglio di lunedì 21 dicembre. Dopo la sorpresa poiché è la prima volta che mi succede sono andato a rileggere la delibera numero 65 che disciplina le riprese in consiglio (scaricabile dal sito del comune) approvata dal consiglio comunale il 30 settembre di questo anno. Data per scontata la buona fede del presidente del consiglio Gennaro Nocera, del sindaco Stefano Ferrara e di chi ha votato il regolamento, il cui intento era semplicemente quello di disciplinare l’argomento e non certo di ridurre la trasparenza, mi permetto di muovere alcune critiche. Innanzitutto nel regolamento non si parla espressamente di fotografia ma di “riprese e trasmissioni radiotelevisive”; “telecamere”; “altri strumenti di videoripresa”e “ogni altra attività privata di registrazione, sotto forma di audio e video”. Inoltre, ammesso ma non concesso che le suddette citazioni implichino anche la fotografia il regolamento è oggettivamente molto restrittivo e non permette ai cittadini di vedere cosa succede in consiglio nonostante abbiano tutto il diritto di sapere se un consigliere (soprattutto se l’hanno votato) passa il suo tempo in aula a leggere il giornale, a fumare una sigaretta oppure segue attivamente ciò che succede nella sala consiliare. Infatti, secondo il regolamento approvato “il Presidente ha facoltà di autorizzare riprese e trasmissioni radiotelevisive, fornendo preventiva informazione a tutti i partecipanti alla seduta consiliare. Nell'ipotesi in cui si verificassero riprese e trasmissioni non autorizzate, il Presidente chiederà prima l'allontanamento volontario ed in caso negativo potrà chiedere l'intervento della forza pubblica per l'allontanamento coatto”: insomma, decide il presidente del consiglio se i cittadini devono vedere cosa fanno i loro rappresentanti a meno che non si ha del tempo libero per poter assistere direttamente. Inoltre, l’articolo 3 dice che “il Presidente del Consiglio, prima dell'appello, avverte il pubblico e i consiglieri delle riprese televisive e della successiva diffusione delle relative immagini” e “i Consiglieri comunali manifestano per iscritto, nel rispetto della normativa in materia di protezione dei dati personali di cui al D.Lgs. n. 196/2003, il loro assenso alla ripresa e divulgazione della propria immagine durante le sedute consiliari. Ciascun consigliere ha diritto di chiedere l'interruzione della ripresa televisiva in occasione del proprio intervento”. Dulcis in fundo, “ciascun consigliere (…) ha il diritto di manifestare il proprio dissenso alla ripresa e divulgazione della propria immagine durante le sedute consiliari; in quest'ultimo caso dovrà essere mandato in onda l'intervento e/o dichiarazione del Consigliere, con ripresa della sola targhetta identificativa”. Insomma, i consiglieri sanno prima se verranno ripresi e quindi si comporteranno di conseguenza e non ci saranno comportamenti spontanei. Non è una questione di destra, di centro o di sinistra basti pensare che il governo nazionale, dello stesso colore del governo di Casoria, va in direzione diametralmente opposta: addirittura sul sito della camera e del senato è possibile conoscere il testo di una legge, i vari iter che servono per poterla approvare e vedere in streaming le sedute del parlamento. Purtroppo questo atteggiamento non è stato di buon esempio per il governo locale. Inoltre, in consiglio comunale più volte viene citata sempre la parola “trasparenza” (citata anche dal sindaco nel consiglio comunale del 21 dicembre): ma in questa occasione alle parole non sono seguiti i fatti. L’unico che in pubblico e apertamente ha posto la questione lunedì è stato il consigliere comunale Ludovico Russo (già in un’altra occasione a fianco della carta stampata) a cui il presidente del consiglio ha risposto che bisognava seguire il regolamento. C’è da dire, comunque, che privatamente parecchi consiglieri, sia di maggioranza che di opposizione, sono d’accordo nel fotografare i consigli comunali. Speriamo che fra le varie polemiche di questi giorni si discuta anche sulla modifica, in maniera radicale, del regolamento che dovrebbe disciplinare ma di fatto limita il diritto di cronaca. Chiudo augurando buone feste a tutti.

Raffaele Zanfardino